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Ex attaccante di grande livello, amico di Diego Armando Maradona e campione degli anni ’90, Claudio Caniggia oggi vive lontano dal mondo del calcio e si gode il mare dell’Andalusia. Nel 2012, a 45 anni, maglie juve 2024 Caniggia tornò in campo per dare una mano alla squadra del Wembley FC. Nel 1994 Radebe e il suo connazionale Philemon Masinga si trasferiscono al Leeds Utd per 250.000 sterline. «Giocare a Bergamo, per tutti, era molto difficile. La velocità era il suo forte ma chi è stato il difensore che lo ha messo più in difficoltà? Ho incrociato tanti campioni, lui è stato il giocatore più difficile. Però devo dire che è stato divertente». Però il giocatore che mi ha sempre messo in grandissima difficoltà era Ciro Ferrara. Purtroppo avevamo poca panchina e con gli infortuni spesso andavamo in difficoltà nel girone di ritorno, ma giocavamo bene ed era durissima per tutti affrontarci. Avevi anche Theo nel database? Giocammo due spezzoni di partita e ho anche segnato, nulla di particolare: mi ero ritirato anni prima, quei ragazzi correvano come matti. In generale, i tifosi dell’Atalanta mi hanno sempre accolto benissimo, e a distanza di anni posso dire che sono i migliori.

Al telefono con Claudio Caniggia, idolo assoluto della folla nerazzurra, è impossibile non parlare dei tifosi della Curva Nord. Claudio Caniggia, prima di giocare a calcio, era un ottimo corridore. Che fine ha fatto Claudio Paul Caniggia? Stromberg-Caniggia-Evair. Durante la sua esperienza a Bergamo, Caniggia visse un rapporto molto particolare con due compagni che, insieme a lui, entrarono nella storia nerazzurra. In campo, tutti hanno potuto ammirare i tre stranieri atalantini, Stromberg-Caniggia-Evair. Il rapporto tra i tre. In quegli anni eravamo solo tre stranieri. «Ho giocato contro tanti bravissimi difensori in Italia, erano gli anni di Baresi e Maldini, di Vierchowod e Mannini, di Ferri e Bergomi. Gente che ha fatto la storia dei difensori italiani, squadre come Milan, Sampdoria e Inter in quegli anni erano davvero toste da incontrare. Si faceva gruppo, con loro e con gli italiani, ma solo in campo e nello spogliatoio: il gruppo era ottimo, il rapporto buono ma non eravamo amiconi fuori dal campo. Ognuno faceva la sua vita ed era un puro caso quando capitavamo alla Taverna Valtellinese o a Le Stagioni di Orio al Serio a cena. Il seguace usi pure con riconoscenza i beni che vanno consumati sul momento, di cui ha bisogno ogni giorno per le necessità e il nutrimento della vita corporale.

Vivo la mia vita con grande serenità, a volte faccio qualche corso dove alleno dei ragazzi». Quando ho conosciuto il Bocia era un ragazzino molto giovane, ricordo che una volta venne addirittura a casa mia e giocammo a ping-pong: era molto bravo. Dalla Juve al Milan, sempre 0-1. «Un’altra partita che ricordo con grandissima emozione è Milan-Atalanta, stagione 1990/1991. Era la fine di marzo, i rossoneri si giocavano lo scudetto che alla fine fu vinto dalla Sampdoria, e noi strappammo una grande vittoria grazie ad una mia giocata per Evair che di testa insaccò. Fortuna e cambi. In quegli anni, l’Atalanta era una delle realtà provinciali più belle del calcio italiano. Il calcio italiano è certamente quello più difficile in cui ho giocato. Nell’atletica leggera si misurava sui 100, sui 200 e sui 400 metri. Le divise da gara erano realizzate dalla Umbro, la quale, vista la liberalizzazione delle sponsorizzazioni tecniche decisa dalla FIGC a inizio campionato, poté inserire il proprio logo sui pantaloncini. Nella penultima gara in casa della stagione, Trastevere-Cassino, avviene un fatto singolare: l’arbitro Francesco Cusumano di Caltanissetta si fa male ed è costretto a sospendere la contesa al 17º della ripresa sul punteggio di 2-0 per i romani.

Il Cesena permane in Serie A fino al termine della stagione 1990-91, ma alla terza stagione tra i cadetti ha l’occasione di tornare in massima serie: al termine del campionato 1993-94 disputa infatti lo spareggio promozione con il Padova in gara unica sul campo neutro di Cremona, ma perde per 1-2 dopo essere passato in vantaggio. Il ritorno in campo. Era l’ottobre del 1989, giocavamo sul campo della Juventus e nel campionato precedente segnò Evair e vincemmo 1-0. Quel giorno la Juve ci schiacciò in difesa, forse non giocammo una grande partita ma riuscimmo a restare sullo 0-0 e nella ripresa segnai io la rete della vittoria. La Salernitana fu per tale episodio multata di mezzo milione di lire, la partita venne considerata vinta a tavolino per 2-0 dal Genoa, ed il campo venne squalificato per 2 turni. La squadra inizia la stagione 2009-2010 in Coppa Italia, dove i ciociari superano il Varese e il Bologna entrambe ai rigori nel secondo e terzo turno di qualificazione, arrivando così per la prima volta al quarto turno nel quale vengono sconfitti a Verona dal Chievo. Quando giocavo sono venuto da queste parti in vacanza e ho fatto alcuni investimenti immobiliari che nel tempo ho fatto fruttare.

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By Teresa

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