Il FC Barcelona, considerato l’entità sociale più conosciuta della Catalogna, ha esercitato, nel corso della propria storia, una funzione rappresentativa di difesa dei valori catalani, che il club ha preservato pubblicamente in numerose occasioni, come osserva il giornalista inglese Jimmy Burns nel suo libro Barça, la pasión de un pueblo. Il 28enne attaccante francese ha infatti annunciato sui social quello che i media spagnoli vociferavano da giorni: la prossima stagione non vestirà più la maglia del club madrileno. Il 20 settembre 2009, nella partita di campionato contro il Bologna, realizza il suo 50º gol in maglia rossonera e nel corso della stagione 2010-2011 diventa lo straniero con più presenze nella storia del Milan, superando lo svedese Nils Liedholm fermo a quota 394. Il 7 maggio 2011 vince il suo secondo scudetto con i rossoneri a due giornate dal termine del campionato grazie allo 0-0 contro la Roma. Succede, nel tempo dei like, delle critiche già in rete un secondo dopo la fine (o anche uno prima).
Milani, morto a 80 anni, ha contribuito concretamente al primo successo interista in Europa, il secondo di una squadra italiana dopo quello milanista del 1963, con un gol nella porta dell’insuperabile Real Madrid, che si presenta al Prater di Vienna con Puskas e Di Stefano al canto del cigno, ma è costretto a inchinarsi a `Mazzolino´ (come lo chiama affettuosamente Nicolo’ Carosio, nel corso di una memorabile telecronaca in bianco e nero) e a una rete dello stesso Milani. Ci sarebbe un universo che si troverebbe dall’oggi al domani in un mondo bianco e nero. Il girocollo elastico è tinto di nero come tutti i dettagli della divisa, eccezion fatta per la fascia orizzontale all’altezza del petto. Nella ripresa i più ottimisti possono immaginare il gol casuale (non tirando mai in porta è dura anche sognare) che riapre la partita, invece Lietchenstein si invola sul fondo solitario e crossa per Higuain che solissimo fa il tre a zero, e son passati solo cinque minuti.
Dopo sei minuti appaiono già i titoli di coda di questo cortometraggio, Pjanic pesca Higuain che piega le mani ad un Mirante un po’ molle. Si ricomincia e bastano sei minuti a Dzemaili per scrollarsi di dosso un difensore e guadagnarsi lo spazio per uno dei sui tiri secchi e definitivi, Cordaz nemmeno si muove e siamo in vantaggio. Questa è la classica partita che se sei chiamato a giudicarla dopo un buon periodo ti incita a clemenza, diresti che abbiamo giocato ad una porta, diresti che succede di non trovare il gol, diresti che tra noi e l’Empoli c’è stato un abisso. Una sola nota negativa: la prossima partita ci mancherà Belotti, peccato. La Juve che vince la sua ventiseiesima partita casalinga consecutiva esprime le difficoltà di un campionato scontato come uno spray antizanzare in gennaio, ma se ci facciamo caso il Bfc di questa stagione non è mai stato nemmeno vagamente in partita contro le uniche tre squadre decenti che ha incontrato: Juve, Napoli e Roma. 11:30 Sondaggio del Napoli per Upamecano del Lipsia: i tedeschi fissano il prezzo.
Ci sarebbe una buona palla per Destro che però inzuppa il piede nel terreno, poi è solo agonismo senza gioia dal quale esce il Kroton che spaventa un paio di volte Mirante senza però riuscire a fare male perchè in quanto a tristezza ci danno parecchio anche loro. Credo anche che una squadra che si presenta con il solo Destro come attaccante, perchè parlare oggi (oggi) di Floccari e anche di Sadiq equivale a parlare di Acquafresca, non sia all’altezza di nessun tipo di aspettativa. Passata la sbornia da gol mi rammarico un po’ che quella palla non sia finita a Mattia che avrebbe bisogno come il pane di sbloccarsi ed oggi ha lottato come dovrebbe sempre fare. Mattia si rivede quando ruba la scena a Di Francesco e si invola sulla fascia, finta controfinta e palla tesa per Dzemaili che gira in porta dal dischetto del rigore. ” urlano i megafoni, ma il Crotone vive di fiammate ed i rossoblu provano a ripartire per chiudere la partita anche se ormai i polmoni di Di Francesco sono in sciopero. Entra anche Donsah per Nagy, il Toro continua a pressare bovinamente senza costrutto e appena si crea uno spazio è proprio Goffredo che sgroppa palla al piede facendo a fette il Toro potendo scegliere se servire Destro a rischio off side o appoggiare a Dzemaili, la scelta è svizzera e Blerim infila Hart per la seconda volta chiudendo finalmente la partita.
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