Il tutto concluso con l’estrazione a sorte di una maglietta del Latina Calcio autografata tra tutti i partecipanti che abbiamo gareggiato con fair play. La terza era costituita da una maglietta celeste, pantaloncini blu scuro e calzettoni celesti. Ancora grande semplicità, con doppie righine blu navy su colletto a V e bordi manica. Da qui in avanti, tale schema sarà replicato in pianta quasi stabile per le stagioni successive; eccetto nell’annata 2012-2013 quanto (su spinta della stessa società doriana) venne realizzata una tenuta del tutto evocativa di quella degli anni 1970, in un grigio chiaro con bordature blu per colletto e polsini, e soprattutto priva di qualsivoglia fascia colorata. Una divisa futuristica per certi versi, inevitabilmente ripresa negli anni seguenti: lo sponsor tecnico Macron riutilizzò il design nel 2015 e nelle stagioni successive, una soluzione più che gradita ai tifosi. La struttura (aperta in data ignota, ma sicuramente già attiva nel 1954) è stata radicalmente ristrutturata ed ampliata tra il 2014 e il 2015 a seguito della prima promozione in Lega Pro della Giana: può ospitare 3 766 spettatori (di cui 800 ospiti) suddivisi in tre tribune con posti totalmente a sedere, numerati e dotati di seggiolini. A chiudere gli interventi l’ospite d’onore, ovvero il direttore generale della Lega Serie B Paolo Bedin.
L’evento promosso dalla Lega Serie B, con il patrocinio dell’Associazione Italiana Calciatori, dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio e dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, prevede che ognuna delle 22 Società dedichi un giorno al mese alla propria città, da febbraio a maggio, impegnandosi a realizzare iniziative a favore dell’infanzia, la terza età, i diversamente abili e il decoro urbano. Ora quel mondo che lo ha cresciuto, visto diventare un professionista e capitano di una delle squadra più amate in Italia, la Fiorentina, è pronto a donargli immortalità. In realtà cresce il numero di tifose (basta dare un’occhiata agli spalti degli stadi) e il numero delle ragazze che scelgono di praticare questo sport. Tra una partita e l’altra ci sarà anche la possibilità da parte dei curiosi e degli appassionati che potranno assistere a tutto l’evento, di scambiare qualche parola con i campioni nerazzurri, nuova maglia inter 2024 tra qualche fotografia e autografo di rito. Erano la traduzione volgare degli inglesi hands, corner e offside.
Io rimasi là per tutto un atto, ad ascoltare quelle risa, e soffocavo, mi sentivo venir le lagrime agli occhi. I primi si presentavano col cravattone al collo e un nodo rozzo appena allentato in gola, gli occhi e la pancia pieni di ragù, garze paonazze, come da noi si chiamavano le sottoguance, e portavano un giornale da infilare sotto le chiappe per non arrighirnarsi (sporcarsi) l’abito buono della domenica. Piuttosto, chiedo scusa ai tifosi della Reggiana (a lungo gemellati coi pisani, ndr): qualcuno non ha gradito che io indossassi la maglia di Livorno sotto quella granata. La domanda dei tifosi juventini ogni anno è: come saranno le strisce sulla maglia? La superficialità ed i giudizi spicci e sommari sono il pascolo ideale dei populisti, che a quanto leggo hanno raggiunto molti dei loro obiettivi. Iniziamo da una squadra i cui colori sono dotati di un naturale fascino immutato nel tempo: l’Aston Villa. Il portiere della propria squadra era tutelato come se fosse una fragile creatura; se un fallo su un giocatore nostrano meritava solo truci imprecazioni, la carica al portiere era considerata violenza carnale, stupro, forse perché il portiere non usava i virili piedi ma le delicate mani e vegliava la porta come un angelo del focolare.
Se un giocatore della squadra avversaria era calvo, era oggetto di martirio e derisione (u’ patacchie), così se aveva tratti marcati, era rosso, grasso, esotico, capellone o bruttone; se entrava in campo Tonino il massaggiatore era oggetto di ludibrio per la sua terapia, versava l’acqua santa sulla parte dolorante e il calciatore tornava miracolosamente in piedi. La divisa casalinga del Senegal è un tributo alla maglia con cui Les Lions de la Teranga hanno partecipato per la prima volta ad un mondiale, nel 2002. Vent’anni dopo i Leoni sfoggiano un kit bianco targato Puma, in cui i colori della bandiera senegalese sono rovesciati orizzontalmente all’altezza del petto in una V. A risaltare è il colore giallo della parte centrale, più ampia, che contiene il logo nazionale all’altezza del cuore e il marchio Puma sul lato destro. È notizia di ieri che l’Inter continuerà il suo rapporto con Nike fino al 2031 per una cifra di 20 milioni di euro all’anno, di parte fissa, che potrà essere portata a circa 30 milioni attraverso i bonus. Un pattern splendido che può essere scambiato come un tentativo di Nike di fare pubblicità a Umbro. Pensavo a questo, che fosse finita chissà dove accidentalmente, perchè come può una persona fare una cosa simile?