Se le cose stanno così sarai contento di sapere che esistono numerosi siti che offrono repliche di alta qualità delle maglie delle squadre di calcio più famose a prezzi accessibili. Nelle tre stagioni dal 2017 al 2020 la Fiorentina non ha utilizzato una seconda maglia unica, ma ha creato quattro «divise speciali» da trasferta ognuna delle quali si ispirava al colore di un quartiere storico di Firenze. Nelle tre stagioni dal 2017 al 2020 la Fiorentina ha creato quattro «divise speciali» da trasferta ognuna delle quali si ispirava al colore di un quartiere storico di Firenze. Nelle tre stagioni dal 2017 al 2020 la Fiorentina non ha utilizzato una terza maglia unica, ma ha creato quattro «divise speciali» da trasferta ognuna delle quali si ispirava al colore di un quartiere storico di Firenze. Nelle stagioni successive la fornitura passò a Lotto che propose delle divise viola con dettagli bianchi e, meno frequentemente, color oro.
Questa canzone veniva eseguita, nelle gare casalinghe, quando la squadra viola faceva il suo ingresso in campo nel secondo tempo; l’usanza del doppio inno è poi caduta in disuso. Il coro che accompagna l’inno di Parigi è cantato da giocatori dell’Inter (fra i quali il tifoso viola Pandolfini), raccolti dal cantante al momento dell’incisione avvenuta in uno studio di Milano. Nel 1992-93, la seconda maglia inizialmente ideata da Lotto venne presto ritirata dalla società, dal momento che le sue geometrie andavano a ricordare le svastiche naziste: la cosa, del tutto involontaria, provocò tuttavia un discreto parlare sugli organi di stampa, portando club e fornitore tecnico a sostituirla con una interamente bianca. Da sinistra: Gabriel Batistuta nella stagione 1996-97 con la divisa fiorentina ormai più ricorrente dalla seconda metà degli anni 80, interamente viola; Marcos Alonso Mendoza nel 2015 in una variante con dettagli dorati. Dopo l’esperienza con Fila, la Fiorentina tornò a delle maglie più sobrie viola con dettagli bianchi, fornite da Diadora e con le quali vinse nuovamente la Coppa Italia. Nel 2007, la divisa viola si è classificata 19ª nella lista delle 50 maglie più belle della storia del calcio redatta dal quotidiano britannico The Times.
Questa colonna è stata resa celebre dallo schizzo del pittore francese Jean Louis Despréz (1778) conservato all’Accademia di Belle Arti di Stoccolma, che servì come guida per la notevole incisione che lo stesso autore fornì il 1781 per le pagine del Voyage pittoresque, ou description des Royames de Naples et de Sicile (Parigi 1771-1786), opera dell’abate C. Richard de Saint-Non. Mondiali Femminili 2023, un motivo in più per seguirli: chi sono le calciatrici più belle? E da quell’anno i kit per la squadra di Liverpool non hanno mai deluso le aspettative, e in questa stagione Hummel ha creato una maglia rosa con un pattern a rombi che ci riporta negli anni ’90. Fu la dirigenza Pontello a cambiare in maniera netta il simbolo negli anni 80, stilizzando il giglio dentro un cerchio bianco bordato di viola insieme a una sorta di F, iniziale della squadra. Dopo l’acquisto del logotipo e della tradizione sportiva da parte dei Della Valle, la Fiorentina poté tornare a indossare la maglia viola e assumere la storica denominazione (seppur variata in minima parte). Abbiamo stilato una top 5 delle divise che secondo noi rappresentano più di tutte la bellezza dei colori di questo club, andando in ordine cronologico.
Gli anni 80 segnarono una svolta determinante relativamente alle divise della squadra, introducendo per la prima volta quella che sarebbe divenuta col tempo la combinazione principale della Fiorentina, ovvero in tenuta interamente viola. Solo nel 1993, con alla guida il catanese Gigi Chiavaro, la società rossoblù accede nuovamente al calcio nazionale, disputando dodici campionati di Serie D (denominato nel tempo Interregionale, e poi Campionato nazionale dilettanti) in altrettante stagioni. Negli anni seguenti invece come seconda maglia venne adottata una divisa verde, più precisamente dal 1931-32 (prima stagione in Serie A) fino all’interruzione bellica del 1943. Molte volte la seconda maglia verde venne indossata anche durante le partite casalinghe, poiché il marchese Ridolfi, presidente della società, gradiva questo colore tanto quanto il viola. Bisogna sottolineare anche che la divisa verde continuò ad essere utilizzata anche in seguito, negli anni 70, dalle squadre giovanili viola (“De Martino”, “Primavera”, “Berretti” e “Allievi”). Il giallo venne abbandonato nella stagione successiva: la Fiorentina rischiò la vittoria del titolo con una divisa più semplice ma rimasta particolarmente impressa nell’immaginario collettivo: la maglia viola con strisce bianche interrotte sulle maniche e con main sponsor Nintendo fu quella con cui Batistuta cominciò a esultare con l’iconico gesto della mitraglia e con cui la Fiorentina si laureò campione d’inverno, salvo poi capitolare nei mesi successivi ottenendo comunque la qualificazione alla Champions League.
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