La Duemilauno Lecco Calcio a 5 nasce il 31 marzo 2001 dall’intuizione di Massimo Sala e Massimo Falbo di creare una squadra che riunisse i migliori giocatori tra quelli partecipanti al torneo cittadino Città di Lecco. La Stampa, 28 marzo 1980, maglie calcio basso prezzo p. L’Uruguay raddrizza le cose nella seconda partita contro la Bolivia, con cui ottiene un misero ma importante 1-0, grazie al gol nella ripresa di Sánchez. Il primo turno contro Bolivia, Costa Rica e Honduras, regala inattese difficoltà alla Celeste, che si piazza terza dietro alle sorprendenti squadre centroamericane. Stavolta però il match coi canguri finisce male: l’Uruguay vince 1-0 all’andata al Centenario, ma al ritorno a Sydney l’Australia si impone con lo stesso punteggio e poi ha la meglio ai rigori, grazie alle prodezze del proprio estremo difensore Mark Schwarzer. L’avventura in Colombia termina però mestamente, con i messicani che battono l’Uruguay. Il terzo millennio inizia con l’Uruguay impegnato nella Copa América 2001 in Colombia. Nel 2005 si disputano le qualificazioni ai mondiali di Germania 2006 e l’Uruguay sembra ripetere la performance di 4 anni prima. Due anni dopo, nella Copa América 2004 in Perù, l’Uruguay ha un sussulto. All’andata, il 20 novembre 2001 a Melbourne, i canguri passano 1-0 grazie al rigore siglato da Kevin Muscat nel secondo tempo, ma 5 giorni dopo, a Montevideo, le cose cambiano: Darío Silva e el Chengue Morales fissano il 3-0 che riporta l’Uruguay al mondiale 12 anni dopo.
Quattro giorni dopo, a Montevideo, all’Uruguay è sufficiente il pareggio per 1-1 (gol di Abreu per l’Uruguay e di Centeno per i costaricani) per volare in Sudafrica. L’anno successivo ai mondiali, l’Uruguay si cimenta nella Coppa America disputata in Argentina, per la quale il commissario tecnico Tabárez conferma per gran parte la squadra convocata in Sudafrica. Alla guida della squadra azzurra c’è Enzo Trombetta che rimane in sella alla selezione fino al 12 gennaio 1989 quando porta la squadra azzurra al sesto posto del mondiale olandese vinto dal Brasile. In seguito, nella stagione successiva venne radicalmente modificata la rosa, e venne allestita una squadra con lo scopo dichiarato di ottenere la promozione, ingaggiando fra gli altri il celebre Agostino Di Bartolomei, che divenne capitano. Ha concluso il quadrimestre in biancoverde con 16 reti in 19 presenze, che lo rendono capocannoniere stagionale del club, ed al termine della stagione anche il nuovo manager Neil Lennon ha tentato di trattenerlo a Glasgow.
L’anno dopo la bella «favola» del Licata (così era stata definita dai giornali) terminò con la retrocessione in Serie C1 al termine del campionato Serie B 1989-1990 dando il via a un declino che riportò il Licata nelle categorie inferiori. Il clima non sereno ebbe ripercussioni anche sulla squadra, che collezionò appena 12 punti nelle prime 17 uscite. Il 10 ottobre 2009 allo Stadio Atahualpa di Quito va in scena una partita delicatissima contro l’Ecuador, al momento quarto classificato e con due punti di vantaggio sull’Uruguay: la spunta la Celeste solo al 94′, grazie a un rigore trasformato da Forlán. In una partita molto equilibrata, i tulipani trovano il vantaggio al 19′ con van Bronckhorst, ma la Celeste pareggia al 41′ con Forlán. Nella ripresa, tuttavia, l’Olanda si riporta in vantaggio al 70′ con Sneijder e, appena tre minuti più tardi, Robben sigla il 3-1 per gli olandesi, che di fatto chiude la partita. A fine primo tempo gli africani sono già avanti 3-0, ma la Celeste cerca disperatamente la vittoria: Morales, Forlán e Recoba riescono a costruire il pareggio, ma il quarto gol, quello che servirebbe per qualificarsi, non arriva e l’Uruguay esce al primo turno.
Gli africani passano in vantaggio allo scadere del primo tempo con Muntari, ma l’Uruguay trova il pari con Forlán al 10′ della ripresa, fissando il punteggio sull’1-1, con cui si chiudono i tempi regolamentari. Qui l’avversario è il Cile, che l’Uruguay affronta a viso aperto, portandosi in vantaggio a metà primo tempo con Lembo. Al 19′ Müller porta in vantaggio i tedeschi, ma l’Uruguay pareggia al 28′ con Cavani e ribalta il punteggio al 6′ della ripresa con Forlán. Il Cile pareggia però nella ripresa con Zamorano: anche in questo caso saranno decisivi i rigori per decidere chi passerà in finale. Nella ripresa però l’esperienza degli uruguaiani viene fuori e García, C. Rodríguez e nuovamente Forlán siglano il 4-1 finale, che dà all’Uruguay la sua quarta semifinale consecutiva. Nei quarti di finale, il 2 luglio al First National Bank Stadium di Johannesburg, l’avversaria dell’Uruguay è il Ghana, vittorioso negli ottavi contro gli Stati Uniti. I sudamericani, convinti di centrare la qualificazione alla finale, avevano prenotato un aereo per Parigi e tenuto in panchina Leônidas (in vista dell’impegno conclusivo). Uno dei maggiori allenatori degli anni venti e trenta, Hugo Meisl, tecnico del Wunderteam, descrisse il nuovo impianto fiorentino come «il migliore stadio del mondo sia dal punto di vista strettamente estetico che da quello della funzionalità delle sue attrezzature sportive e della comodità per il pubblico: un’opera all’altezza di Firenze».
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